Originario

È questo – per Husserl - il campo delle operazioni coscienziali immanenti. Più chiaramente, si tratta del luogo in cui si costituiscono gli Erlebnisse, ovvero gli atti percettivi immanenti, connotati, a parere di Husserl, dall’«evidenza» su cui si fonda poi il giudizio. È l’area in cui avvengono le cosiddette sintesi passive dove, secondo il fenomenologo tedesco, è possibile afferrare «in carne ed ossa» il processo attraverso il quale si costituiscono le percezioni puramente immanenti che si riflettono, appunto, attraverso i vissuti, sul terreno trascendentale individuato dalla fenomenologia husserliana, ovvero il luogo dove si fondano «originariamente» le costituzioni più elevate, che sono da quelle «derivate».
Husserl intendeva – a livello statico - il coglimento e la visione dell’essenza come un atto originalmente offerente; mentre – a livello genetico - si richiama al suo noto Principio di tutti i principî, ovvero «che ogni visione originalmente [originär] offerente è una sorgente legittima di conoscenza, che tutto ciò che si dà originalmente [originär] nell’intuizione (per così dire in carne ed ossa [leibhaften]) è da assumere come esso si dà, ma anche soltanto nei limiti in cui si dà». Husserl specificava che, in tal senso, la fedeltà espressiva alla registrazione dei dati conoscitivi essenziali avrebbe costituito il cominciamento assoluto, cioè il principium nel senso schietto della fondazione.

Nella fenomenologia radicale, il termine «originario» non rivestirà più alcuna valenza fondazionale, seppur «essenziale», com’era, invece, nelle intenzioni di Husserl, bensì meramente analitica. Più chiaramente, «originario» sarà quel dato fenomenologico residuato da un’epoché radicale a partire dal quale è possibile comprendere le trasformazioni del vissuto da analizzare (Cfr. Derivato).
Pertanto il termine originario non è sinonimo di "fondamento" in senso metafisico, né presenta un'indole metaculturale. L'originario fenomenologico non ha nulla dell'arché, ma è semplicemente ciò che non è ulteriormente sospendibile, perché non è frutto di posizionalità contestuale. L'originario è semplicemente il residuo insospendibile di una sospensione radicale, ed oltre a non avere alcun significato ontologico o trascendentale, neppure è concepibile come prioritario nel tempo, né dev'essere genericamente inteso come il “genuino”, l'“autentico”. Il residuo insospendibile della sospensione radicale che colpisce la struttura di obiettivazione è il vissuto impersonale, che si presenta come Selbstgegebenheit (sempre all'interno del metodo fenomenologico, non della fisica o delle scienze naturali), ovvero come "autodatità", una datità che "si dà da sé" perché non è posta (e sicuramente non è posta dalla coscienza, se l'epochè è effettivamente radicale).

 




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