Temporalità «obiettiva»

Tale dimensione è indagata fenomenologicamente da Husserl, in maniera molto circostanziata. Anche il «tempo» oggettivo, infatti, soggiace all’epoché: Husserl dischiude così la dimensione temporale immanente dell’Erlebnis. La temporalità che scandisce il fluire percettivo, per il fenomenologo tedesco, è «altra» rispetto alla temporalità riguardante le oggettualità temporali già costituite e, su quella, fondate. Infatti, un oggetto temporale unitario non può essere percepito in se stesso, ma può essere «adeguatamente» percepito – dirà Husserl - se si va alla struttura stessa dell’atto costituito dalla coscienza d’«ora» originaria, dalla coscienza ritenzionale, da quella protenzionale ed infine dalla rimemorazione presentificante. La coscienza ritenzionale, ovvero il «ricordo primario», è caratterizzata come «appena passato»; il vissuto protenzionale, ovvero l’attesa, è da intendersi nel senso dell’essere «anticipatamente-diretti» che ha luogo già nella percezione passiva; infine, la rimemorazione presentificante, definita da Husserl anche ricordo «secondario», viene distinta rispetto alle precedenti forme temporali, per l’assenza di un aggancio percettivo. Più chiaramente, la rimemorazione, fondandosi sulla temporalità originaria, è anch’essa originariamente costituita, ma a differenza della ritenzione che accompagna la percezione presentante nell’originale, essa riguarda, invece, la presentificazione, nel senso della rappresentazione. La rimemorazione, inoltre, a differenza delle altre forme temporali originarie, produce le cosiddette «oggettualità di durata». Ogni operazione di senso costitutiva di oggetti, avente il suo inizio nel presente vivente, si sedimenta nell’ambito della sfera d’orizzonte non più vivente, appunto la rimemorazione. Ma le rimemorazioni svolgono l’ineliminabile funzione del ridestamento di identiche oggettualità, arricchendo, a parere di Husserl, l’esperienza immanente del presente vivente originario, in costante identità con se stesso, costituendo così un dominio di oggettualità sempre disponibili per l’io attivo.

Le analisi husserliane sul tempo presentarono non pochi problemi allo stesso autore. Infatti, la sensazione originaria immanente viene impaginata da un’apprensione che pare esuberare dal contenuto primario stesso e che sembrerà ad Husserl condurre ad obiettivazione già le sensazioni immanenti. Emerge, altresì, la difficoltà a distinguere il peculiare adombramento [Abschattung] che costituisce la continua modificazione già della «cosa immanente» nella sua «unità di durata» [Retentionale Kontinuität] dagli adombramenti delle oggettività più elevate [Abschattungskontinuität].




Glossario