Senso

L'analitica fenomenologica è un'analitica di senso, non di esistenza. I dati di cui si occupa la fenomenologia sono dati di senso, non sono dati di esistenza. Lo svolgimento dell'analisi fenomenologica è preceduto da una messa tra parentesi dell'esistenza, cioè di quell'atteggiamento che pone qualcosa come esistente. Questo non perché il fenomenologo intenda affermare che ciò che è posto come esistente non esiste: semplicemente il fenomenologo mette tra parentesi l'ovvietà dell'esistenza, quel dare per scontata l'esistenza che caratterizza l'atteggiamento non fenomenologico, l'atteggiamento naturale.
Dare per scontata l'esistenza significa considerare ciò che esiste come originario. Il fenomenologo sospende metodicamente questo particolare tipo di credenza per vedere se rimane un residuo della sospensione, e questo residuo, quando c'è, necessariamente non può essere un'esistenza, bensì il senso che costituisce l'esistenza stessa. In altre parole, il senso viene culturalmente elargito all'esistente, quindi l'isolamento del senso è fondamentale per comprendere l'ordine in cui le cose sono coordinate, pensate, credute, ritenute. Senza dimenticare che la caratteristica essenziale del senso in fenomenologia, è che non si tratta di un senso oggettivo, bensì di un senso vissuto.
In altri termini, non basta dire che il fenomenologo coglie il senso sospendendo l'esistenza, perché c'è pure un senso oggettivato, di cui si occupano altre analitiche. L'analisi fenomenologica non coglie semplicemente il senso, bensì coglie il senso vissuto del senso ed il senso vissuto dell'esistenza.

 



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